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Valle Argentina

La Valle Argentina (o anche Valargentina) è una delle valli delle Alpi Liguri, nella Liguria occidentale, lunga circa 40 km. Inizia dal Monte Saccarello, a 2.201 m s. l. m. e termina a Taggia. Ha una superficie di circa 200 km2[1] e 16.455 abitanti[2].

È attraversata in tutta la sua lunghezza dal corso del fiume Argentina, che nasce nel Monte Saccarello ed ha la sua foce nel Mar Ligure ad Arma di Taggia, frazione di Taggia.

La totalità della valle è ricompresa nel territorio amministrativo della Provincia di Imperia.

Storia

I primitivi insediamenti umani vanno ricercati già nell’epoca preromana tra il X e il VII secolo a. C., dove erano presenti antiche tombe cinerarie e un luogo di culto dedicato al dio ligure Belleno.

Durante l’epoca romana si combatté la battaglia di Campo Marzio tra la tribù dei Liguri e l’esercito dell’Impero romano che, dopo lunghe lotte nel territorio, riuscì a sottomettere la popolazione locale. Subì quindi la dominazione romana a partire dal I secolo a.C e in età imperiale vennero costruite a Taggia alcune ville e una stazione di posta servita dalla via Julia Augusta, che attraversava tutta la Liguria di Ponente.

All’interno della valle, tra il V e il VI secolo si sviluppò invece l’insediamento fortificato di Castel San Giorgio a Campo Marzio. Il villaggio venne distrutto e abbandonato durante l’invasione longobarda di Rotari del 641 nel VII secolo, che portò alla decadenza anche di Castel San Giorgio. Da allora gli abitanti della zona cominciarono a popolare un nuovo insediamento, quando tutta la zona fu oggetto di scorrerie saracene tra i secolo IX e X.

Nell’XI secolo divenne feudo dei conti Lascaris di Ventimiglia fino alla metà del XIII secolo, ossia quando la Repubblica di Genova diede inizio alla sua mira espansionistica nel ponente ligure e decise di acquistare il dominio feudale. La Repubblica ebbe notevoli problemi nella sua gestione, leggermente inasprita per le continue tasse imposte agli abitanti. Proprio gli interessi della valle sul commercio di grano causò una sorta di malcontenti arrivando alla dichiarazione di indipendenza.

L’edificazione di nuove cinte murarie e l’erezione di cinque fortezze difensive creò una sorta di nucleo fortificato, quasi inespugnabile, che mise a dura prova le truppe dell’imperatore Carlo VI d’Aburgo nella tentata conquista del borgo, nel XVIII secolo subì comunque l’invasione e la conseguente occupazione da parte dell’esercito austriaco.

Durante la calata dell’Impero francese, Napoleone Bonaparte annesse la valle alla Repubblica Ligure inglobata nel Dipartimento delle Alpi Marittime.

Nel 1725 l’esercito piemontese, guidato da Casa Savoia, cercò invano la conquista del borgo; ma così come stabilì il Congresso di Vienna del 1814, rientrò nei confini del Regno di Sardegna e successivamente del Regno d’Italia dal 1861.

Durante il conflitto bellico della seconda guerra mondiale il borgo subì notevoli perdite di abitanti a causa delle numerose rappresaglie dei nazisti contro i partigiani. Oltre alla fucilazione di numerosi civili, risultò gravemente danneggiato dalle bombe che lo rasero quasi al suolo. Il borgo venne dato alle fiamme e furono distrutti interi quartieri, causandone il repentino spopolamento.

Dal 1950 sono stati ridisegnati i confini comunali e la valle è diventata ora una zona di villeggiatura sia estiva che invernale.